mercoledì 28 ottobre 2009

CRISI, PAGANO I PIU' GIOVANI

Dal sito www.repubblica.it

Il 15 ottobre il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, parlando alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha spiegato che la riduzione occupazionale, registrata nel secondo trimestre (556 mila), è dovuta soprattutto ai "figli" e ha interessato 404 mila persone. A confronto con loro, rischiano di sembrare pochi persino i 152 mila posti perduti dai genitori. La crisi dei giovanissimi. Quelli che stanno andando peggio sono i più piccoli. Alla fine di giugno, dicono i dati trimestrali dell'Istat, il tasso di disoccupazione per il segmento tra 15 e 24 anni è arrivato al 24 per cento. Quasi quattro punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Un ragazzo su quattro, insomma, è alla ricerca di un lavoro.

La caduta del Centro. Tra le aree più aggredite dal fenomeno c'è il Mezzogiorno (ed è una conferma) dove la quota dei "senza lavoro" ha toccato i picchi: 35,3 per cento. Ma se si mette a confronto la media nazionale con il segmento giovanile, ci si accorge (ed è una sorpresa) che il peggioramento più significativo si è manifestato nelle regioni del centro d'Italia. L'incremento da queste parti è stato di 5,5 punti percentuali in un anno mentre quello medio è rimasto pressoché stabile.


Quelli con il diploma. Non se la passano bene neppure i loro fratelli maggiori. A giugno dell'anno scorso, tra quelli che hanno tra 25 e 34 anni, che in Italia sono ancora costretti ad essere "figli", l'8,7 per cento non aveva un impiego. Oggi sono il 10,1 per cento. A fare i conti con la perdita di un impiego sono soprattutto i diplomati. Per loro nel giro di un anno le cose sono andate peggiorando in maniera significativa. La disoccupazione degli under 35 con un diploma da 4-5 anni è salita, in un anno, dal 7,2 per cento al 9,2 per cento. Quella di chi ha un diploma da 2-3 anni è cresciuta del 2,3 per cento. I laureati hanno mostrato un incremento minore (+1,0 per cento).

Le speranze deluse. La maggioranza degli italiani, dice il Rapporto Italia 2009 di Eurispes, è convinto che le misure legislative adottate nell'ultimo decennio abbiano peggiorato le possibilità occupazionali dei giovani. Ora le imprese hanno ridotto drasticamente le nuove assunzioni indirizzate a loro. Hanno tagliato le collaborazioni e, quando li assumono, li impiegano con mansioni e condizioni economiche sempre meno gratificanti.

venerdì 23 ottobre 2009

L'Unione Europea ed il Think Small First


Il tessuto imprenditoriale italiano, per la quasi totalità, è costituito da Aziende con meno di venti addetti: per questo motivo, era quanto mai attesa la versione nazionale del documento promosso dall'Unione Europea, meglio noto Think Small First, che evidenzia i dieci punti chiave per la rinascita economica post-crisi.
Il decalogo (scaricabile cliccandovi sopra) sarà presentato in Italia presso il Consiglio dei Ministri .
Il documento mette al primo posto le Pmi e racchiude in modo completo tutte le misure necessarie per la salvaguardia delle aziende e la crescita del Paese. Il concetto di base è quello di scommettere sulle reti d'impresa, per risvegliare una nuova cultura imprenditoriale capace di aggregare competenze e ottimizzare la produzione.
Fondamentale dare una seconda opportunità alle aziende che chiudono (oltre 6 milioni secondo le stime) e puntare sul trasferimento di impresa, valutando gli aspetti di spin-off totale o parziale, attualmente non previste.
Per il resto, il Decalogo prevede strategie note, che le imprese italiane hanno messo sul tavolo da tempo: necessità di regole più organiche e condivise, drastica riduzione della burocrazia e delle procedure inutilmente complesse, più facile accesso al credito e agli appalti realizzati nell'ambito della Pubblica Amministrazione.

giovedì 22 ottobre 2009

Reagire alla Crisi


Per le imprese e le famiglie con problemi di liquidità c'è uno strumento in più.

È il vademecum 'Reagire alla crisi', che raccoglie in poche pagine le agevolazioni studiate a sostegno delle fasce di utenti più colpite dalle difficoltà legate, appunto, alla crisi economica. La guida è strutturata in 10 domande con relative risposte, come ad esempio: come ottenere un rifinanziamento? Come sospendere la rata di un mutuo? Come reperire adeguate garanzie? Come avere un anticipo sull'assegno di cassa integrazione? Realizzato da Abi (Associazione bancaria italiana), Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e Sace, illustra le misure per accrescere le possibilità di accesso al credito che il Governo ha introdotto o potenziato e che il mondo bancario insieme alle due società a partecipazione pubblica hanno reso operativi.

Il vademecum, disponibile on line su questo blog, sul sito del ministero dell'Economia e delle Finanze e su quelli di Abi, Cdp e Sace, è in distribuzione anche presso gli sportelli bancari e sarà distribuito dalle associazioni imprenditoriali agli iscritti. Anche gli Osservatori sul mercato del credito istituiti presso le prefetture giocano un ruolo importante per la conoscenza del vademecum, di cui Interno e Finanze hanno sollecitato la massima divulgazione. Gli Osservatori, con la loro attività di monitoraggio e di 'ascolto' delle realtà locali sono lo snodo di un doppio canale di comunicazione, come li ha definiti il direttore generale del Tesoro Grilli intervenendo alla Prima Conferenza dei prefetti. Da un lato, infatti, veicolano le richieste del territorio al Governo e, dall'altro, informano l'utenza locale sulle misure di sostegno a suo favore.

lunedì 19 ottobre 2009

MILANO, LA CITTA' PIU' CARA D'ITALIA

Dal sito Panorama.it, sezione Economia
Milano è la città più costosa d’Italia. Secondo le rilevazioni Nomisma e l’Osservatorio prezzi, infatti, è proprio nel capoluogo lombardo che si spende di più. Dati alla mano, emerge che il prezzo medio per abitazione a metro quadro arriva, a Milano, a ben 4.485 euro, quota che supera addirittura quella della capitale (4.143euro). Ma il carovita nel capoluogo lombardo riguarda anche spese minori, come ad esempio un pasto in pizzeria, il cui costo medio raggiunge i 9,94 euro contro i 6,06 di Napoli (la città in cui il prezzo medio è il più basso). Un caffè al bar a Milano costa ben 0.81 euro, contro i 0,66 euro di Bari e un kg di pane costa in media 3,55 euro, cifra ben più alta rispetto alla media nazionale. Il capoluogo lombardo sarà anche la capitale della moda e dell’industria, ma rimane purtroppo la città più cara d’Italia.

mercoledì 14 ottobre 2009

Fondi Interprofessionali - L'investimento che ritorna




La costituzione e l’avvio dei Fondi Interprofessionali è per l’Italia una novità di rilievo in quanto per la prima volta un numero significativo di risorse pubbliche vengono affidate alle parti sociali, nella loro versione bilaterale che, in integrazione con le funzioni del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle Regioni, sono chiamate a gestire il nuovo sistema per la formazione continua.

Nel corso del 2003, con l´istituzione dei primi dieci Fondi Paritetici Interprofessionali, si realizza quanto previsto dalla legge 388 del 2000, che consente alle imprese di destinare la quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS (il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”) alla formazione dei propri dipendenti. I datori di lavoro potranno infatti chiedere all’INPS, senza alcun onere aggiuntivo per l’azienda, di trasferire il contributo ad uno dei Fondi Paritetici Interprofessionali: l’azienda avrà la garanzia che lo “0,30%” versato le ritornerà in azioni formative volte a qualificare, riqualificare in sintonia con le proprie strategie aziendali, i lavoratori occupati.

Per aderire praticamente ad un Fondo Paritetico Interprofessionale il datore di lavoro dovrà utilizzare il modello di denuncia contributiva DM10/2 (da utilizzare anche per le eventuali revoche dell’adesione). L’adesione è revocabile: ha validità annuale e si intende tacitamente prorogata, salvo disdetta. La norma fissa al 31 ottobre (come da nuova Circolare Inps 67/2005) di ogni anno il termine per esprimere le adesioni o le disdette ai Fondi, i cui effetti finanziari e contributivi si produrranno dal 1° gennaio dell’anno successivo. Ogni impresa può aderire solamente ad un Fondo, anche di settore diverso da quello di appartenenza.
L’I.S.P.A. CONSULTING si pone come punto di riferimento per tutte quelle imprese ed i lavoratori che intendono sfruttare le opportunità offerte dai Fondi Interprofessionali per la Formazione Continua, offrendo assistenza tecnica e consulenza a imprese, associazioni datoriali e sindacali ed enti bilaterali interessati ai Fondi, attraverso azioni di accompagnamento e supporto che si sostanziano in:

• Monitoraggio dell'evoluzione normativa dei Fondi Interprofessionali;
• Monitoraggio delle opportunità promananti dai bandi e/o dagli avvisi resi pubblici dai Fondi stessi;
• Consulenza informativa sui meccanismi di funzionamento e sulle opportunità offerte dai Fondi Interprofessionali per la Formazione Continua, nonché assistenza per l'adesione ai Fondi;
• Affiancamento e sostegno alle imprese dal punto di vista informativo, consulenziale, procedurale e contenutistico nelle fasi di progettazione e presentazione dei Piani Formativi aziendali, territoriali, settoriali o individuali;
• Consulenza e affiancamento alle imprese nella fase di gestione delle attività formative;
• Consulenza amministrativo-contabile alle imprese nella fase di presentazione, gestione e chiusura dei piani formativi e relativa rendicontazione delle spese imputabili al piano finanziato.


Per ulteriori informazioni contattare la Dott.ssa Annamaria del Rosso

ISPA Via Giulia, 71
00186 Roma tel 06 68134217/ 06 68132140 Fax 06 68301326
www.ispanazionale.org

venerdì 9 ottobre 2009

Confronto costante tra i Fondi interprofessionali

Un confronto costante tra i Fondi interprofessionali è la proposta lanciata dal Presidente di Fondoprofessioni Massimo Magi in occasione della presentazione della nuova sede del Fondo, avvenuta il 6 ottobre scorso.
I rappresentanti dei Fondi presenti al workshop hanno accolto favorevolmente questa proposta, sottolineando che ci sono dei temi sia di carattere tecnico (per esempio la valutazione) che politico (il ruolo della formazione continua al di là della crisi) su cui è possibile trovare una condivisione.
L’incontro è stata l’occasione per il Fondo degli studi professionali per presentare due sperimentazioni: una che riguarda il sistema erogativo, il cui scopo è velocizzare le modalità di pagamento attraverso la creazione di un conto on line per ogni piano formativo e l’altra che consiste in una piattaforma informatica di valutazione delle richieste di finanziamento che dovrebbe garantire una migliore qualità delle proposte formative presentate.
In conclusione dei lavori, il Presidente, ha ribadito che la formazione è il vero antidoto contro la congiuntura economica in atto.