giovedì 26 novembre 2009

SPECIALE RAPPORTO ISFOL 2009














dal sito http://www.isfol.it/





Si è tenuta ieri, presso la Camera dei Deputati, la presentazione del Rapporto Isfol 2009.

Il principale filo conduttore degli interventi che si sono succeduti ha riguardato il potenziamento del capitale umano come elemento cardine di occupabilità, specie in un contesto di crisi, e la necessità di ripensare l'attuale sistema della formazione nel segno di una maggiore integrazione con il mondo del lavoro.

Il Rapporto rapprensenta un appuntamento annuale con il quale l'Istituto fotografa i temi al centro della propria attività di ricerca - formazione e lavoro - analizzando sia l'evoluzione delle politiche che aspetti specifici, nel contesto nazionale e in quello internazionale.


Nella relazione di apertura, il presidente Trevisanato, supportato dai dati sull'occupazione e la disoccupazione, ha commentato positivamente la capacità del sistema Italia di tenuta alla crisi, in risposta alla quale si è ricorso anche a strategie imprenditoriali alternative all'espulsione dei lavoratori, quali la contrazione dell'orario medio di lavoro e l'aumento dei contratti part time.

Per rafforzare il tessuto economico-produttivo Trevisanato ha sottolineato al tempo stesso la necessità di un maggiore sviluppo delle risorse umane - in tutte le declinazioni della formazione - che sia rispondente ai fabbisogni delle imprese.


Il Ministro del Lavoro Sacconi ha sottolineato l'importanza di investire nelle persone e nelle competenze per "sconfiggere l'inattività" attraverso attività "autenticamente formative" e, proprio sulla base del Rapporto Isfol e del prossimo rapporto della Commissione di indagine sulla formazione, ha proposto nuove linee guida per intervenire sul sistema formativo. Terreni di lavoro che riguarderanno, tra l'altro, le metodologie di rilevazione dei fabbisogni - per risolvere l'evidente criticità del mismatch tra domanda e offerta di lavoro - così come l'attività di orientamento professionale, il riconoscimento delle attività di formazione svolte sul lavoro e la rivalutazione delle competenze tecnico-pratiche.


Jader Cané, capo unità aggiunto della Commissione europea, ha invece puntato l'attenzione sull'importanza dei cospicui contributi del Fondo Sociale Europeo in risposta ai problemi reali posti dall'attuale congiuntura negativa.


L'importanza della formazione è stata anche al centro dell'intervento di Giovanni Bocchieri, della Segreteria tecnica del Ministero dell'Istruzione, il quale, a proposito del recente piano di azione per l'occupabilità dei giovani "Italia 2020", ne ha evidenziato due aspetti: il riconoscimento della valenza educativa del lavoro e la valorizzazione dell'apprendimento non formale.

martedì 17 novembre 2009

OGGI A VICENZA SEDICESIMA EDIZIONE DI ORIENTAGIOVANI

dal sito del Sole24Ore, sezione Economia e Lavoro: www.ilsole24ore.com/Economialavoro.shml




Oggi a Vicenza di svolgerà la sedicesima edizione di Orientagiovani, l'evento che ogni anno l'associazione degli industriali italiani dedica all'incontro tra mondo giovanile e mondo dell'impresa. In tale occasione verranno discusse le proposte di Confindustria per i giovani, tra cui: abolire il valore legale del titolo di studio e sostituirlo con un sistema di "certificazione" svolto da agenzie indipendenti; affiancare flessibilità e nuove garanzie; aiutare economicamente gli studenti per facilitare il loro cammino di istruzione e formazione e favorire la mobilità sociale; riformare gli istituti tecnici e consentire un miglior rapporto tra scuola e lavoro.

lunedì 9 novembre 2009

E LA PARTITA IVA PRENDE IL POSTO DEL CONTRATTO

dal sito http://www.repubblica.it/, sezione economia


L'ultima frontiera della precarietà si chiama "partita iva". Altro che indice dell'indomabile vitalità imprenditoriale. Qui si parla di co.co.pro.: collaboratori a progetto costretti a diventare titolari di "partita iva" per non perdere il lavoro, anche se precario.

Difficile stimare quanti siano i lavoratori in transizione verso l'imprenditoria forzata, si può ipotizzare che siano decine di migliaia di persone. Si vedrà meglio quando l'Inps renderà pubblici i numeri sui nuovi iscritti al Fondo Gestione Separata. Lì, dati del 2007, le "partite iva" di professionisti non iscritti ad albi o associazioni erano circa 250 mila, 30 mila in più in un solo anno. Reddito medio intorno ai 15 mila euro, poco più di mille al mese. Dai web designer ai grafici pubblicitari; dai redattori delle grandi case editrici ai lobbisti, fino all'antica, tradizionale, segretaria, imprenditrice di se stessa però. Tutti rigorosamente a mono-committenza, cioè fornitori di una sola azienda. Insomma, false "partite iva".

Di certo questo è un altro capitolo della via italiana alla flessibilità, in cui con il concorso della Grande Recessione, l'obiettivo principale di molte aziende è quello di tagliare i costi per provare a sopravvivere.

Il fenomeno non è nuovo, va detto, ma con la crisi è riaffiorato ovunque, nel ricco settentrione terziarizzato come nella indolente area del lavoro para-pubblico romano. Ed è un fenomeno che spinge una categoria già debole ai livelli più bassi della scala della precarietà. "Le partite iva diventano sostitutive dei co.co.pro.", commenta Patrizio Di Nicola, sociologo alla Sapienza di Roma, tra i più attenti studiosi dell'universo magmatico del laoro precario. Questa è la verità.
A compiere il lavoro da atipico a "libero professionista", senza più nemmeno un accenno di diritti e tutele, è ancora la generazione dei trentenni, l'ala marginale del mercato del lavoro. Eppure questo pezzo di knowledge worker, lavoratori della conoscenza, intellettuali moderni, flessibili e innovativi, avrebbe dovuto rappresentare l'avanguardia di una sorta di neo-borghesia in una società post-industriale. Questa, a sua volta, avrebbe dovuto spingere verso un incremento della produttività e arrestare il nostro declino, sfruttando le nuove tecnologie. La realtà è stata diversa e si è tradotta soprattutto in un progressivo e malcelato tradimento nei confronti di una generazione di giovani professionisti.

Si deve essere "imprenditori di se stessi", come si diceva agli albori della flessibilità. Non si è più dipendenti o para-dipendenti, bensì fornitori. Sulla carta. Perchè nei fatti non cambia nulla: stesso stipendio (ma senza contributi), stesso orario, stesso vincolo di subordinazione. Il fornitore non avrà i benefici previsti per i dipendenti, inclusi assicurazioni, pensione, assistenza e altri benefit riservati agli impiegati. Le attività svolte hanno carattere professionale autonomo ma non si configurano come rapporti di lavoro subordinato o di collaborazione.

Secondo Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil: "Sono due le motivazioni principali che spingono in questa direzione: il costo per le aziende che si riduce all'osso e, poi, la totale libertà d'azione sulle partite iva che possono essere lasciate a casa, prima, e riprese, poco dopo".
L'Italia è la patria del lavoro autonomo: il 27% dell'occupazione complessiva, il triplo rispetto alla Danimarca e il Lussemburgo, il doppio rispetto alla Germania, la Gran Bretagna, la Francia e l'Olanda. Ci supera solo la Grecia. Tutto questo, tra l'altro, ha aiutato anche l'anomalia delle partite iva. Si calcola, infatti, che con queste ultime le aziende risparmino circa il 25% rispetto a una contratto di collaborazione e oltre il 33% rispetto a un contratto di dipendenza.

mercoledì 4 novembre 2009

La formazione: una moda che non tramonta mai!

E’ attualmente in discussione alla Commissione lavoro della Camera dei Deputati la proposta di legge di iniziativa del Senatore Luigi Bobba, che detta norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale. La proposta è stata abbinata ad altri due progetti di legge: uno di iniziativa dell’On. Cazzola ed altri, che prevede una delega al Governo per il riconoscimento e la disciplina del diritto dei lavoratori all’apprendimento e alla formazione e l’altro di iniziativa dei Deputati Delfino e Poli, che detta disposizioni per promuovere la formazione professionale, l’occupazione, l’orientamento e il reinserimento professionale dei disoccupati e dei lavoratori ultraquarantacinquenni. Nell’ambito dell’esame delle citate proposte di legge, si sono svolte, presso la Commissione lavoro della Camera, audizioni di rappresentanti dell’Isfol, delle Acli, del Consorzio universitario Almalaurea e di rappresentanti delle parti sociali.
Inoltre, al Senato è stato presentato un disegno di legge d’iniziativa del Sen. Finocchiaro, che detta norme in materia di apprendimento permanente e delega il Governo in materia di individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali, nonché di incentivi all’apprendimento permanente e all’invecchiamento attivo. Infine, la Cgil ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare sull’apprendimento permanente ed ha aperto la campagna per la raccolta delle firme che si concluderà nel prossimo mese di dicembre.

martedì 3 novembre 2009


L'I.S.P.A. Regionale del Lazio organizza, presso la sede della CILA (Confederazione Italiana Lavoratori Artigiani) di Cassino, corsi GRATUITI finanziati da FORMA.TEMP in Addetto al settore Paghe e Contributi e in Contabilità Aziendale.

L'inizio è previsto per Gennaio 2010. Le iscrizioni sono già aperte.

Tutti i requisiti per partecipare gratuitamente sono sulla locandina. Cliccaci sopra per aprirla.